Capisco che qualcuno può avere un’idea ridicola. Non accetto una rivista che non veda il problema.
Non c’è nulla di sbagliato e non c’è assolutamente alcuna idea di giornalismo e né c’è scritto in nessun modo che questo servizio possa servire al giornalismo. Alla fine si tratta solo di creare foto con ricordi finti.
Sono completamente d’accordo. Questo comportamento di MIT Technology Review assolutamente non centra con giornalismo. È pubblicità senza alcun pensiero critico e senza nessuna preoccupazione di una “memoria” (preferiamo dire “ricordi,” come da “ricordare”?) che non è mai esistita.
Continuo a non capire: mi spieghi qual è il motivo della tua acredine nei confronti di questo progetto (interessante anche per le ricadute su persone soggette a demenza o deprivate della propria storia documentale) o (non mi è chiaro) nei confronti del servizio giornalistico di Technology Review?
Prova a giustificare l’immagine in copertina.
“La mia nonna e sua sorella alla finestra della loro casa”? Non ci sono le persone, non c’è il luogo, c’è una immagine che non c’entra con la parziale o mancante memoria.
“Immagine per scopo illustrativo”? Ma cosa state illustrando? L’incapacità di qualcuno di Immaginarsi quello sentito in un racconto? Non è questo, perché la gente è capace di immaginare, tenendo in mente cosa è giusto e cosa improvvisato. Questa immagine non ha niente di questo.
Il MIT Technology Review non fa giornalismo.
Invece? Come si chiama quello che fanno. Sicuramente non è peer reviewed science. Probabilmente fanno solamente pubblicità?
Quando scrivevo delle ricerche del MIT a partire dagli articoli del loro Technology Review li ho sempre trattati come comunicati stampa, quindi non rientrano strettamente nel giornalismo. A volte i loro articoli sono anche scritti dal dottorando o dal postdoc che ha condotto la ricerca.